“My Friends, cosa sono queste piaghe?“
Questa la domanda che una donna mi pone nella hall dell’ambulatorio.
Mi è bastato un solo sguardo per capire che era qualcosa di brutto.
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Purtroppo, le conosciamo bene quelle piaghe.
Le abbiamo, ahimè, viste nelle nostre missioni umanitarie all’estero ma sempre più spesso le ritroviamo anche qui.
Facciamo il test e la ragazza risulta positiva all’HIV.
Non si è mai abbastanza preparati per dire a una persona che è positiva all’ HIV.
Puoi averlo fatto altre 1000 volte, anche il lingue diverse ma non cambia nulla, è sempre troppo difficile.
Bisogna far capire la differenza tra il virus e la malattia, spiegare che ci sono delle medicine e che no, non è tutto perduto.
Ma lei ti guarda comunque con gli occhi della paura e inizia a piangere.
La paura è tanta quando scopri che devi prepararti ad affrontare una cosa del genere.
12 test sono stati fatti quella giornata e quello sguardo l’ho visto negli occhi di almeno 5 persone.
Si 5 persone solo in quella maledetta giornata. Sono troppe!
Ora dovranno iniziare la terapia, sperando che riescano a seguirla con costanza.
Il nostro pensiero va a chi non passa per i nostri ambulatori, per le associazioni, per gli ospedali… va a tutte quelle persone che contraggono il virus e lo scoprono troppo tardi, va a chi vive in queste case qui, queste abusive, queste con le finestre sbarrate, queste con i materassi a terra e senza corrente.
Come fanno loro se dovessero contrarre il virus?
C’è bisogno di prevenzione, c’è bisogno di cure mediche, c’è bisogno di test…. e anche un po’ di umanità in più non guasterebbe!
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